“Week-End in Cammino” sulle Vie Francigene di Sicilia

Per gli amanti della Sicilia, gli appassionati di storia e di natura, per camminatori … ecco le occasioni per incontrarci e conoscere le Vie Francigene di Sicilia in giro per trazzere.

Un anno di passi tra monti e vallate scenografiche, tra borghi e paesi incantevoli, coste mozzafiato, cultura abbagliante e millenaria e cucina della tradizione.

weekend in cammino

di ora chiede alla docente di storia di andare in bagno,

Carta generale delle Vie Francigene di Sicilia

I Cammini Francigeni di Sicilia vi attendono insieme alle guide ambientali escursionisti che che con la loro competenza e professionalità hanno saputo interpretare finora la Sicilia nei suoi molti aspetti, natura, cultura, storia e tradizione, valorizzandoli tutti.

I “Weekend in Cammino” sono una rassegna di eventi creati insieme a loro che da anni ci accompagnano nelle nostre ricognizioni lungo le Vie Franciegene di Sicilia: Gregorio Chiarenza, Claudio Scaletta, Adriano Madonia, Attilio Caldarera, Giuseppe Geraci, Giovanni Macaluso,  e Pasquale D’Andrea.

Cammini brevi, escursioni di avvicinamento al cammino lungo, dalle valli del Platani alle cime delle Madonie e dei Peloritani, verrete accompagnati dalle nostre guide sui passi dei pellegrini e dei viandanti, alla scoperta dei borghi francigeni siciliani.
Prevediamo inoltre di organizzare iniziative fuori programma che comunicheremo tramite newsletter, sito internet e Facebook.

Seguiteci e Buon Cammino!

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La sconfitta del “levici manu”

Quando da ragazzino fai qualcosa che potrebbe avere implicazioni più grandi e complesse, in Sicilia spesso ti senti dire: “levici manu“. Una perifrasi semplice che ti indica il momento in cui devi assolutamente smettere di fare una cosa. È un avvertimento, un consiglio dato da chi ti conosce o da chi ti vuole bene per evitare che tu incorra in guai più grossi, in difficoltà, per evitare infondo che tu compia lo sforzo necessario a risolvere il tuo problema o ad ottenere qualcosa che corrisponde al tuo obiettivo.

Un progetto, un’idea, un lavoro, qualcosa che vada aldilà del tracciato, che super gli schemi, che giri attorno alle gabbie della paura e dell’immobilismo che spesso ci contraddistinguono riceve, da una percentuale di persone atavicamente spaventate, questa breve e liquidante risposta: “Levici manu“.

Queste considerazioni non sono di certo un accusa a chi è andato via, a chi ha dovuto inscatolare i propri sogni e riempire i propri zaini e valigie per andare in Inghilterra o in Germania o dovunque si riesca a pensare che le condizioni di vita possono e devono garantire la stabilità e la felicità della persona attraverso lo studio e il lavoro.

Oggi i giornali pubblicano le stime del rapporto ‘Italiani nel mondo’  elaborato dalla Fondazione Migrantes che per conto della CEI analizza i dati di quello che possiamo chiamare anche noi un esodo.

Nelle immagini si vede bene come la Sicilia sia tra i primi 5 luoghi da cui si parte e nel dettaglio molte città che noi Siculi Viandanti coi nostri passi attraversiamo, che fanno parte della nostra rete Francigena.

Mi hanno colpito Adrano, Aragona e Palma di Montechiaro, più di Palermo o Catania o Messina, dove il movimento sembra entrare in una percentuale accettabile per una grande città. Ma per quei 9823 uomini e donne che lasciano  la nostra terra, mi chiedo, cosa siamo riusciti ad offrire? Quante volte abbiamo dissuaso loro dal fare?

Quale modello stiamo offendo? Di lavoro, di vita, di sviluppo turistico possibile? 

Noi siamo solo una piccola ONLUS che muove passi e idee, ci ostiniamo a pensare che abbia senso farlo, che Palma di Montechiaro sia più dell’immaginario per cui è conosciuta, che il suo litorale, la bontà dei suoi prodotti, quel sole che si schianta su un mare azzurro perfetto, valga la possibilità di spendere idee e finanziamenti. Crediamo che il panorama della valle del Platani dove Aragona risiede, i suoi monumenti del Seicento spagnolo, le sue vie incastrate come tessere di un puzzle antico, tra anziani desiderosi di raccontare e palloni che inseguono gambe avide di giochi, valga l’investimento turistico sul territorio, valga la scommessa delle aziende agrituristiche che valorano com gli asini e che seguiamo da tempo. Che Adrano sia, insieme ai paesi della valle del Simeto, porta e snodo dell’Etna, delle forre naturalistiche che lasciano giornalisti e registi a bocca aperta, che valga lottare per un Museo Archeologico da poco rinato e fruibile, che serva continuare a scommettere sullo sviluppo sostenibile di un Turismo lento, come continuiamo a proporre noi, come continueremo a fare.

Questo articolo in sintesi non è per chi è partito, è per chi è rimasto! Perché si possa riuscire ad innescare quella voglia di ritorno, di scommessa che sta dentro un “mettici Manu“.
Davide Comunale

Giornata Mondiale del Turismo 2016… un turismo accessibile per tutti, di tutti, con tutti.

Oggi si celebra la Giornata mondiale del Turismo 2016, un’occasione per riflettere insieme  sulla possibilità reale che il Turismo rappresenta come possibilità di sviluppo collettivo o personale ma soprattutto come tema di diritto collettivo.

Il tema scelto quest’anno, Turismo per tutti, promuovere l’accessibilità universale, ci piace considerarlo un nostro obiettivo costante, come Associazione e come gruppo di lavoro, che da qualche anno collabora con associazioni e gruppi di impegno sociale per allargare la base dei camminatori che percorrono le nostre Vie Francigene di Sicilia.

I turisti, secondo i dati dell’Osservatorio dell’Organizzazione Mondiale per il Turismo, sono in aumento perché in aumento è il numero delle persone che gode di tempo di vacanza. Entro il 2030 saranno circa 2 miliardi le persone che andranno per il mondo a conoscere, visitare, rilassarsi, senza parlare del Turismo locale.

Pare aumenti anche la consapevolezza dei turisti al ruolo del Turismo, sempre meno inquadrabile nel modello “mordi&fuggi” o “limone spremuto“, più teso a valutare il rapporto coi luoghi reali, con la storia e la tradizione. 

Il Turismo deve essere quindi un fenomeno di interazione e di integrazione, tra ambiente, storia, tradizioni, possibilità sociali, problematiche del territorio e deve puntare ad essere non solo un’opportunità ma un diritto di tutti e non può essere limitato a determinate fasce sociali o ad alcune zone geografiche ben precise. È quindi riconosciuto come un diritto aperto allo stesso modo a tutto il mondo.

Per “turismo accessibile” si intende lo sforzo per garantire che le destinazioni e i servizi turistici siano accessibili a tutti, indipendentemente dal profilo culturale, dalle limitazioni permanenti o temporanee (fisiche, mentali o sensoriali) o dai bisogni particolari come quelli che richiedono, ad esempio, i bambini e gli anziani.
Questo concetto include l’impegno per ottenere che questa attività umana sia il più rispettosa possibile della diversità culturale e ambientale del luogo che accoglie, prendendo in considerazione le ripercussioni presenti e future.

Ed i cammini? Possono rientrare in questo universo turistico? Sappiamo creare un sistema che possa permetterci di essere “pellegrini in cammino e turisti consapevoli” una volta giunti al posto tappa a fine giornata? Ce lo siamo domandati molte volte e proviamo a rendere i nostri percorsi sempre più completi e arricchenti.
Oggi a Messina una conferenza di servizi se lo è domandato. L’UNPLI Sicilia, le ACLI, il Messina Tourism Bureau, le ProLoco Sicilia insieme all’Assessorato Turismo Sport e Spettacolo della Regione Siciliana hanno ragionato sull’accessibilità della proposta.
Nella convinzione che il sistema si crea solo quando si comincia a ragionare insieme, noi abbiamo salutato l’evento con le parole della Collegiata di Roncivalle:

La porta è aperta a tutti, sani e malati. Ai cattolici, come ai pagani, agli ebrei, agli eretici, agli oziosi e ai vanitosi

 

#tourism4all #WTD2016

“Ippovie e cammini Francigeni, per riscoprire i luoghi”

Oggi nella Chiesa “Santa Maria della Valle” (“Badiazza”) per il convegno “Ippovie e cammini Francigeni, per riscoprire i luoghi” all’interno del calendario della X edizione “La via dei Forti della città dello Stretto”
Parlare agli studenti, far conoscere loro le bellezze e le risorse del territorio che li circonda, vedere i loro sguardi destarsi dal torpore e incuriosirsi se tirati in causa ci entusiasma.
Ragazzi prossimi ormai alla maturità, che hanno scelto una professione e si preparano ad affrontare il mondo del lavoro con competenza e professionalità.
A loro futuri operatori dell’accoglienza e ospitalità, della ristorazione e dei servizi turistici doniamo fatiche, perlustrazioni, studi, ricerche, passi fatti finora certi sapranno presentarli e offrili a camminatori e pellegrini che verranno.
Grazie a Pasquale e Padre Giovanni che hanno curato la realizzazione de “La carta dei sentieri della Valle S.Stefano” presentata oggi.

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Tredici itinerari di trekking,turismo culturale e religioso,pellegrinaggi ai Santuari mariani di Dinnammare e Madonna di Crispino e alla sacre Edicola dedicata alla Madonna della Vena, con schede tecniche descrizioni.
Natura,cultura, storia e fede della Vallata trovano sintesi in una carta unica.
Sono la dimostrazione che nonostante le risorse limitate disponibili si può valorizzare, far conoscere, apprezzare e amare un territorio.
Volontà e volontariato, tenacia, poche chiacchiere, tanta voglia di fare, mettere insieme le idee, talenti, competenze senza personalismi, sacrifici si, gratuità se necessario per costruire #solocosebelle
Il programma di eventi continua domani con il trekking a cavallo!
Le foto della giornata al sito Centauro Onlus

“Ippovie e cammini Francigeni, per riscoprire i luoghi”

 

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Si è tenuta il 16 Settembre  nella Sala Falcone Borsellino di Palazzo Zanca a Messina la conferenza stampa di presentazione della X edizione “La Via dei Forti della Città dello Stretto”

L’assessore alla Cultura, Daniela Ursino ha illustrato questo particolare trekking regionale a cavallo attraverso le ippovie dei Monti Peloritani.

L’evento promosso  dall’associazione “Il Centauro Onlus”,  e patrocinato dal Comune di Messina, dall’assessorato regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, dal dipartimento regionale Azienda Foreste Demaniali, è un occasione per noi Amici dei Cammini Francigeni di Sicilia per collaborare fattivamente con realtà del territorio quali il Centro Diurno Camelot e l’associazione Kiklos che intregrano valorizzazione del territorio, cultura e sociale.

Le iniziative in programma prenderanno il via venerdì 23, alle ore 9.30, nella chiesa Santa Maria della Valle (Badiazza), con ingresso libero, “Ippovie e cammini francigeni, per riscoprire i luoghi”; sabato 24 e domenica 25, l’itinerario del trekking si snoderà dal campo base di Ziriò, lungo i sentieri che conducono al borgo di Musolino, ai forti  Campione e Puntal Ferraro, ed al Museo di cultura e musica dei Peloritani, a Gesso.

Per ulteriori informazioni è possibile consultare  i siti

www.ilcentauroonlus.org

Articolo Tempo stretto news 

Servizio Tg RTP al minuto 28

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Vent frais, vent du matin…

Vent fin, vent du matin, vent qui souffles au bout des sapins, vent qui chantes, vent qui danses, vent, vent fin.”

Sono le parole di una filastrocca francese che gli scout e i camminatori cantavano anni fa e sono il miglior modo per raccontarvi ciò che un nostro compagno di strada è riuscito a fare.

Jeanmarc Souchon, camminatore francese che predilige viaggiare “in solitaria“, ad ottobre del 2015 indirizza una mail alla nostra associazione:

“Bonggiorno. J’ai en projet de traverser toute l’Italie en marchant depuis Marettimo … et ensuite de traverser la Sicile jusqu’à Messina et remonter jusqu’à la frontière française à Ventimiglia. Existe-t-il des cartes des chemins, traces GPS pour la Via Francigena pour traverser la Sicile et de Messine à Rome ? 
Grazzie”

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Con molta meraviglia abbiamo dato uno sguardo al suo sito, caminaire.com, scoprendo la bellezza della persona che in piccola parte, ci apprestavamo ad aiutare a camminare.

Nel 2012 Jeanmarc percorre il cammino originale da Aix la Chapelle a Santiago e da lì a Porto, attraverso  la via che collega Reims, Vézelay, l’abbazia di Cluny e che porta, attraverso la Puy al passo del Somport e al Camino Frances verso Compostela per concludere lungo il Camino Portoghese, alternando tratti di vie di pellegrinaggio a personali interessi naturalistici e culturali che trova lungo il percorso.

Nella primavera image13del  2013 affronta il Nepal, camminando lungo i sentieri nella valle dello Tsum, sul percorso del Manaslu e vicino il campo base dell’Annapurna, mettendo insieme circa 40 giorni di marcia, un totale di 550 km per un dislivello positivo di 35.000 mt.

Nel 2014 tocca alla Spagna, attraversando in 74 giorni ben 2440 km di percorsi, dal Camino Mozàrabe, il Camino de Guadalupe, la Via de la Plata, altra grande direttrice verso Compostela, il Camino Ingles  e parte del Camino del Norte. Dalla punta meridionale d’Europa, Tarifa a quella più settentrionale di Spagna, il Cabo Estaca de Bares, per arrivare al confine estremo con la Francia, Hondarribia.

Nel 2015 ritorna in Nepal, in luoghi che al solo pronunciarli evocano lo Spirito della Montagne e le fascinazione delle grandi esplorazioni del XX secolo: da Charikot al Bazar di Namche a 3440 mt, punto di partenza per i sentieri che portano al campo base dell’Everest per arrivare alla valle nascosta di Rolwaling; 33 giorni di marcia, 440 km per un dislivello positivo di 33000 mt.

Sempre nello stesso anno, a giugno, in un mese, effettua la traversata dei Pirenei img_20160325_101055lungo i cammini storici che permettevano ai viaggiatori, ai mercanti, ai pellegrini, ai re ed agli eserciti francesi di varcare i Pirenei, attraversando i grandi passi che portano a piccoli e grandi siti storici di interesse, dal nord al sud. Da Tolosa fino a HuescaJaca, percorre i cammini transfrontalieri che legano da secoli i Paesi Baschi alle regioni pirenaiche francesi che da sempre sono state nelle mire dei re aragonesi.

Ed arriviamo alla nostra mail e al 2016. Il 25 marzo parte da Marettimo, attraversa Favignana e raggiunge Trapani per entrare nella zona della Riserva dello Zingaro, passando dalla Rocca di Erice, Scopello e Castellammare del Golfo. Il 29 raggiunge Alcamo ed inizia ad usare le nostre tracce. Sul suo blog “ci presenta” così:

Je suis sur un cammino Francigena de Sicile. Une association réhabilite les anciens chemins de pèlerinage. La via Francigena est le terme traditionnellement attribué 2016-08-23 10.30.03 pmà la voie qui mène à Rome depuis Canterbury en Angleterre. Cette dénomination a été utilisée au moyen âge par extension à d’autres voies de pèlerinage. C’est le cas pour le chemin que j’emprunte. Il reliait Mazara del Vallo sur la côte ouest à Palerme.”

Sono su un cammino della Francigena di Sicilia. Un’associazione ha riabilitato gli antichi cammini di pellegrinaggio. La via Francigena è un termine tradizionalmente attribuito alla via che porta a Roma da Canterbury in Inghilterra. Questa denominazione fu usata nel medioevo per estensione su altri itinerari di pellegrinaggio. E’ il caso del sentiero che sto percorrendo, che collega Mazara del Vallo sulla costa ovest a Palermo.img_20160406_150458

Da Alcamo a San Giuseppe Jato, da lì alla Ficuzza sul fianco di Roccabusambra, lo spartiacque tra le valli del Belice e dello Jato. Raggiunge l’1 aprile Montemaggiore Belsito, porta delle Madonie, da cui inizia ad usare le nostre tracce lungo la Via Francigena delle Montagne da Palermo a Messina.

Tocca Caltavuturo, Polizzi Generosa, le Petralie, Gangi e Capizzi, città jacopea dentro il Parco dei Nebrodi. L’8 aprile raggiunge Montalbano Elicona, dopo aver attraversato la dorsale e Floresta. Sconfinando sui Nebrodi si affaccia sul Tirreno e raggiunge Castroreale, Santa Lucia del Mela e Monforte San Giorgio.

Dal paesino dei Peloritani tirrenici scollina verso il versante ionico e raggiunge la località di Tremestieri nel messinese dove, preso il traghetto, raggiunge la Calabria l’11 aprile, collezionando così 18 giorni di marcia e 480 km di percorsi, in buona parte sui sentieri della Via Francigena di Sicilia.

Il suo viaggio riprende da Reggio Calabria il 12 aprile. Da qui, in modo pionieristico, attraversa la Calabria, la Basilicata, buona parte della Campania, un Lazio meno noto e bellissimo, l’Umbria e la Toscana entrando sulla Via Francigena a Radicofani  il 29 maggio, due mesi dal suo inizio in Sicilia.

Segue la Francigena fino a Lucca, per poi entrare in Liguria a Portovenere. Meticolosamente, passo dopo passo percorre la Via della Costa Ligure e giunge a Ventimiglia, al confine con la sua Francia.img_20160618_100936

Nel lasciare la nostra isola, passando in Calabria, ci lascia un saluto sul suo blog. Ci piace pensare che nelle sue parole c’è buona parte della motivazione del nostro lavoro, la voglia di lasciare questa terra migliore di come l’abbiamo trovata, la nostra motivazione a curare i nostri sentieri, a mantenere in vota la nostra storia.

Vi riportiamo la traduzione delle sue parole che trovate sul suo blog alla fine della “parte” siciliana:

Ciao Bella Sicilia. Non pensavo che fosse possibile attraversare la Sicilia quasi sempre su bellissimi sentieri, vicino ad una  splendida costa ricca di acque turchesi, montagne selvagge ed un susseguirsi di bei villaggi.
Sono venuto con molte incertezze. Parto con soddisfazioni.
Camminare in Sicilia è un esercizio solitario. Non aspettatevi di condividere una bottiglia di vino rosso la sera, presso un ostello con decine di escursionisti. Non ho trascorso notti in dormitori facendo a gara con altri 40 camminatori che russano. Non ho incontrato escursionisti, eccezion fatta alla Riserva dello Zingaro.
Camminare in Sicilia è una scoperta, una fonte di meraviglia e stupore. Lontano da alcune località  eccessivamente turistiche, sono stato sedotto da molti villaggi nella campagna verde e dai fiori della primavera.
La passeggiata solleva, tra i siciliani, più incredulità che interesse. Questi brevi scambi consentono, tuttavia, di scoprire un po’ di questa Sicilia, ancora abbastanza tradizionale, molto attaccato alla terra, alla tradizione e alla religione.”
Grazie Jeanmarc e buona strada sui percorsi che continuerai a fare.
Bonne route 

 

 

 

 

 

 

 

 

Due donne, una Consolare, mille sorrisi

Di solito, girando in Rete, guardo sempre con attenzione tutti i post che vengono pubblicati sui Cammini, minori, maggiori, famosi, sconosciuti.

Qualche giorno fa, mentre sistemavo gli articoli e le foto del nostro ultimo cammino in Sicilia, mi sono imbattuto su una serie di post rimbalzati che parlavano di due ragazze che avevano percorso la Via Appia Antica “sulle orme di Paolo Rumiz”.

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Veramente incuriosito ho cercato di capire cosa avessero combinato, quale percorso avessero scelto, che segnaletica avessero trovato.

Valentina e Federica avevano ufficialmente destato l’attenzione di una persona curiosa come me e impegnata da anni nello studio e nella tutela delle antiche vie storiche, consolari o no, come degli itinerari di pellegrinaggio maggiori quali la Via Francigena a Nord o a Sud.

Hanno percorso in otto giorni la Regina Viarum tra macchina, bici, passaggi e qualche pezzo a piedi a caccia di volti, di storia, di natura, di problemi da raccontare.

In poche battute provo a contattare Valentina sui social ed ho la fortuna di parlare con questa fotogiornalista ed insegnante di scrittura creativa, classe 83, che si occupa a tempo pieno di far riconoscere il Sannio e le zone in cui vive e che ha deciso che la strada e le sue contraddizioni, i suoi miraggi e le sue particolarità, saranno il suo pane quotidiano: “Con un gruppo di amici stiamo esplorando il Sannio, la mia terra che nessuno conosce, tirando su una mappa online per farla rendere più riconoscibile”.

Quanto ami viaggiare e dove hai camminato? Cosa ti attira?

Credo di aver visto molto ‘estero’ ma da due anni ho deciso che la mia terra, il Sud, andasse esplorata per prima e on the road; dalla Basilicata al deserto di Aliano, dalla Puglia al viaggio sull’Appia di quest’anno, ho cominciato a pensare di esplorare tutte le vie consolari, cominciando quindi dall’Appia. Solo poi potrò tornare a vedere quello che sta fuori”.

 Nelle mie foto io racconto il Sud dell’anima, quello che ci portiamo addosso, uno stile di vita, la concezione che ci portiamo addosso da quando siamo nati” – mi risponde quando le chiedo che idea ha del Sud, quali e quanti Sud vuole raccontare dietro l’obiettivo della sua macchina.

La chiacchierata continua e le chiedo della sua compagna di strada, Federica, di come si siano trovate e di cosa le abbia spinte a cercarsi come compagne di viaggio.

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Ci siamo conosciute durante il Calitri SponzFest, la tre giorni di musica, sposalizi e festa organizzata in Irpinia da Vinicio Capossela e ci siamo trovate immediatamente bene. Io all’ufficio stampa, Federica organizzatrice di eventi e matrimoni.Le ho detto: Sai Fede, quest’anno prima del festival io faccio questa cosa’- l’Appia Antica, ndr – “Vengo anch’io”mi ha risposto Federica senza pensarci due volte, “Voglio mettermi in cammino perché ho bisogno di trovare la mia strada”.

Due opposti che vanno nella stessa direzione, stessi obiettivi, stessi occhi curiosi, stesso sorriso aperto.

Due viandanti che hanno camminato per otto giorni in una via consolare spesso violentata dall’abbruttimento dell’uomo.

Avete camminato con qualche percezione di paura, con qualche disagio?

Io sono un po’ più incosciente di Federica, che vive a Milano e resta un po’ diffidente. Lavorando a Napoli, mi fido a pelle, respiro aria di umanità, di solidarietà ogni giorno, non potevo vedere delle ombre. Più andavo verso giù, più scendevo, più sapevo di poter contare su qualcuno tanto che anche Fede si è ricreduta alla fine del viaggio. Pensa che quando mancavano gli ultimi chilometri, una coppia ci ha portato a Brindisi appena ha saputo del nostro progetto, ci ha detto – Devi finirlo stasera il tuo viaggio, ti portiamo noi!

Mi viene spontaneo chiederle cosa ne pensa del concetto di resilienza, visto che oggi se ne sente sempre parlare anche abusandone: “Non mi piacciono i paroloni che fanno tendenza, i neologismi d’impatto che vanno di moda nei circoli radical chic. Preferisco parlare di consapevolezza. Le persone devono capire che le generazioni precedenti hanno corso verso l’urbanizzazione di massa, in modo forse inconsapevole, disgregando la nostra coscienza, il nostro status sociale. Bisogna portare la gente per strada, riportarla nel proprio territorio, dandole strumenti adeguati per stare su quel territorio, per costruire una consapevolezza.” 

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Sfiorando ricordi e onirico, le domando che colore si è tenuta dentro le tasche da questo viaggio a Sud e in quale città si è trovata meglio.

Il giallo, del grano e dei paesaggi che incontri quando scendi. E’ colore dell’aridità, del silenzio, che amo tanto. 

Tra le città invece è Capua Vetere che mi porto dentro; tutte le città sono state accoglienti, ma quando arrivi nell’antica Capua risenti il sapore del caffè. E’ la prima città che ti accoglie con la sua fragranza, che ti fa capire che stai avvicinandoti all’epicentro dell’aroma.

Ti direi anche Mesagne come città accogliente, a dispetto degli avvertimenti datici nell’andare in un posto che ci dicevano paragonabile a Casal di Principe, terra di sacra corona unita, terra strana. Ed invece, tutto il contrario. Ma il caffè resta sempre il caffè, quindi Capua Vetere.”

 Chiudo la chiacchierata con due domande che la fanno parlare col cuore.

Secondo te la gente che vive su questa via storica, ha la voglia e la capacità di sfruttare questa potenzialità che adesso l’Anno dei Cammini gli sta dando?

“La gente dell’Appia, non tutta per fortuna, credo debba essere guidata in questo senso. Deve arrivare a trovare un senso per poi averne voglia. Ci sono un po’ di persone, in generale, che ti guardano e ridono vedendoti camminare a piedi, con uno sguardo di compianto. Pensa, due Carabinieri in Lucania ci hanno proprio detto: Ma non tenete niente a fa’?, non capendo che il mio lavoro è proprio fare reportage di viaggio, camminare a piedi o attraversare un territorio per raccontarlo. Ma le cose devono cambiare.”

Cosa pensi della Sicilia? Nel tuo immaginario cosa c’è?

“Non sono mai stata in Sicilia ma l’ho sempre immaginata. Non arida come la Lucania, ma mista come la Puglia. Vedo la Sicilia come un balcone dove ti affacci e vedi il mare, un posto in cui finisce te stesso e comincia l’accoglienza.”

 In attesa che il sole caldo di agosto continui a riscaldare il nostro Sud e i suoi cammini, le auguro “buoni passi”.

#camminidelsud #viafrancigenasud #appiantica

Davide Comunale

Cammino ‘apripista’ lungo la Via Francigena Fabaria e gli antichi sentieri della costa meridionale

“La scoperta rivela sempre l’incognito

la magia di un mondo nuovo dietro ad ogni svolta”

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Due parole per capire…
Un’esperienza di cammino inaugurale, per camminatori esperti e non, che vogliono sperimentare tracce nuove alla scoperta di un itinerario antico.
Dalla rocca della cattedrale normanna di Agrigento lungo la costa e l’antica Via Selinuntina fino a Gela e da lì verso la piana di Lentini e il Simeto, attraverso Oasi, Parchi naturali, la bellezza del Mediterraneo ed il profilo rassicurante dell’Etna.
Tre segmenti diversi di un unico cammino.

La prima parte.
Quattro tappe lungo l’Itinerarium Antonini del III sec. d.C. che descrive le stationes e le distanze tra le località della via greco-romana chiamata “Selinuntina” che dall’antica Lilibeo, odierna Marsala, correva fino alla capitale delle poleis greche di Sicilia, Siracusa, passando per la ricca e potente Selinunte.
Noi percorreremo un tratto breve fino alla un tempo possente Gela, città miraggio che sembra essere uscita dalle pagine delle Città invisibili di Calvino.
Un percorso che lambisce il mare, che fa assaporare la salsedine del Mediterraneo e che mostra, nel bene e nel male, le bellezze della Natura e i mostri che l’uomo ha saputo evocare nel corso del tempo, il Petrolchimico ENI di Gela, il cemento, l’asfalto imperante.

La seconda parte.
Cinque tappe lungo la via medievale che ricalca itinerari più antichi che dalle coste mediterranee, dal caricatore di Heraclea/Terranova, – l’odierna Gela – costruito nel 1233 da Federico II di Svevia, portano verso il territorio calatino.
Viene denominata Via Francigena Fabaria grazie ad un diploma normanno del 1105 dove risulta che Achi, nobile siciliano, dona un terreno sito nel territorio tra Vizzini e l’odierna Grammichele, denominando il tratto di via come “francigena“: “..Hec terra est nominative de licodia, que sic manet a capite cave vadit in viam francigenam viam Fabariam“.
Lungo la nostra via incontreremo la roccaforte di Qalat-al-gharùn, l’odierna Caltagirone citata in un diploma di Ruggero II del 1143, il sito di Occhiolà, l’insediamento medievale a controllo della via che stiamo percorrendo, distrutto e abbandonato dopo il terremoto del 1693 che portò alla fondazione di Grammichele e la splendida Militello in Val di Catania, sito patrimonio UNESCO per il Barocco degli edifici ricostruiti dopo il violento terremoto.

La terza parte.
Cinque tappe che attraversano la Piana di Catania e che hanno come comune denominatore il corso del Simeto, linea di demarcazione e oasi naturale per un territorio ricco e fertile di essenze profumate e agrumi in fiore e i dongioni normanni, i castelli,  che vennero edificati tra il 1070 e il 1073 a controllo e difesa dei possedimenti nella Piana.
Un fiume, la pietra basaltica, la Montagna unico e costante sfondo, gli agrumeti, la storia che scorre incessante da secoli.
Risaliremo il fiume all’interno della Riserva naturale orientata – Oasi del Simeto, costeggiando i dongioni e le motte normanne, possenti lasciti di un esercito di conquista che portò modi e costumi dell’occidente cristiano nella terra di Siqilliyya.
Da Motta Sant’Anastasia a Paternò e più su fino ad Adrano, per arrivare al Ponte dei Saraceni che ci trasporta nelle terre di Bronte e nella piana di Maniace, all’ombra del portale dell’Abbazia di Santa Maria di Maniace, edificata nel 1173 dalla regina Margherita, madre del re Guglielmo II, nei pressi del cenobio bizantino costruito l’indomani della vittoria di Giorgio Maniace sui Musulmani.

Là i percorsi si incrociano, il Simeto trova l’Alcantara, le pendici etnee si fondono e abbracciano le cime dei Nebrodi. Lì finisce il nostro cammino.
14 tappe, 300 km ca., la sorpresa negli occhi!

Programma:
LUGLIO
17 domenica. appuntamento ad Agrigento e cena di raduno.
      Parte 1
18 lunedì. tappa 1. Agrigento- Palma di Montechiaro
19 martedì. tappa 2. Palma di Montechiaro-Licata
20 mercoledì. tappa 3. Licata-Falconara
21 giovedì. tappa 4. Falconara-Gela
      Parte 2
22 venerdì. tappa 5. Gela-Niscemi
23 sabato. tappa 6. Niscemi-Caltagirone – attività pomeridiana a Castel di Iudica e rientro la sera a dormire.
24 domenica. tappa 7. Caltagirone/Grammichele
25 lunedì. tappa 8. Grammichele/ Militello in Val di Catania
26 martedì. tappa 9. Militello/Lentini
      Parte 3
27 mercoledì. tappa 10. Lentini/Simeto
28 giovedì. tappa 11. Simeto/Paternò
29 venerdì. tappa 12. Paternò/Adrano
30 sabato. tappa 13. Adrano/Maniace
31 domenica. tappa 14. Maniace/Randazzo

NOTE IMPORTANTI
  •  Il cibo è a carico del singolo partecipante che sceglie cosa mangiare a colazione, a pranzo e a cena, se farlo insieme al gruppo o organizzarsi da solo, in una condivisione libera.
  • L’alloggio è concordato e spesso si viene ospitati in palestre o simili, quindi dovete portare sacco pelo e materassino con se per questa prima esperienza.
  • La spesa orientativa per l’alloggio pellegrino o in struttura convenzionata sarà max 25€.
  • A questo aggiungere il costo di 3€ a tappa per la copertura assicurativa
  • La nostra credenziale è pronta ad accogliere i passaggi dai vari luoghi che visiteremo. Per noi è atto importante, fondante di un cammino, sacro come ogni cosa che riguarda la sacralità di un viaggio. A noi è costata farla e stamparla. A voi chiediamo una donazione libera se vorrete usarla, richiedendola.

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Coming soon… Facciamo Festa!

Salutiamo “Maggio in Cammino” e abbiamo ancora voglia di Fare Festa!


graziemaggio

Passato il mese di Eventi sulle Vie Francigene di Sicilia ringraziamo tutti gli amici, le amministrazioni e le associazioni che hanno dato il proprio contributo nell’organizzazione e realizzazione di tutte le iniziative.

Un’ adesione imprevedibile, riflesso dell’attaccamento per i nostri territori e la volontà condivisa di valorizzarli e promuoverli.

VentiDue eventi… si 22!

Ogni luogo, ogni paese, ogni strada la sua storia, le sue tradizioni da raccontare, peculiarità diverse da esprimere.

Non sono stati solo momenti ricreativi, sono state occasioni di condivisione, dall’ideazione alla realizzazione; un modo per trovare e rinnovare comuni intenti di tutela, riscoperta, valorizzazione del territorio.

La nostra mission è ritrovare cammini dimenticati, verificarne la percorribilità in sicurezza, individuare e  creare strutture accoglienti. Crediamo che questi possano essere mezzi per prendersi cura dei beni e della bellezza che ci circonda, per vincere  il degrado, l’incuria, la cattiva gestione del territorio e delle risorse.

Proporre tutti questi eventi è stata una sfida che ha voluto far conoscere l’impegno di chi si dedica quotidianamente per la conoscenza e promozione della nostra regione.

La partecipazione è stata notevole e inaspettata. Continuano ad arrivare foto, commenti, suggerimenti, richieste … “quando la prossima?”

Andate in quei luoghi che vi siete persi, tornate in quel posto che vi ha affascinato, scopritene di nuovi o chiedete ad ogni organizzatore e referente di proporre e comunicarvi altre iniziative.

Se ogni incontro è stato unico, interessante originale è perché tali sono gli amici che si sono messi in gioco … ma 22 eventi sono tanti da seguire e realizzare, non siamo stati puntuali con avvisi e scadenze né capaci di essere sempre presenti.

Miglioreremo, o forse no, sbaglieremo ancora ma di certo non smetteremo di camminare e ribadire che questa nostra terra siciliana è bellissima ed emergono sempre più Orme di Bellezza.

Questo vogliamo ancora festeggiare e… Mettici Manu.

8a GIORNATA NAZIONALE DEI CAMMINI FRANCIGENI – ANNO DEI CAMMNI 2016