” La scoperta rivela sempre
l’incognito e la magia di un mondo nuovo dietro ad ogni svolta”
Due parole per capire…
Un’esperienza di cammino inaugurale, per camminatori esperti e non, che vogliono sperimentare tracce nuove alla scoperta di un itinerario antico.
Dalla rocca della cattedrale normanna di Agrigento lungo la costa e l’antica Via Selinuntina fino a Gela e da lì verso la piana di Lentini e il Simeto, attraverso Oasi, Parchi naturali, la bellezza del Mediterraneo ed il profilo rassicurante dell’Etna.
Tre segmenti diversi di un unico cammino.
La prima parte.
Quattro tappe lungo l’Itinerarium Antonini del III sec. d.C. che descrive le stationes e le distanze tra le località della via greco-romana chiamata “Selinuntina” che dall’antica Lilibeo, odierna Marsala, correva fino alla capitale delle poleis greche di Sicilia, Siracusa, passando per la ricca e potente Selinunte.
Noi percorreremo un tratto breve fino alla un tempo possente Gela, città miraggio che sembra essere uscita dalle pagine delle Città invisibili di Calvino.
Un percorso che lambisce il mare, che fa assaporare la salsedine del Mediterraneo e che mostra, nel bene e nel male, le bellezze della Natura e i mostri che l’uomo ha saputo evocare nel corso del tempo, il Petrolchimico ENI di Gela, il cemento, l’asfalto imperante.
La seconda parte.
Cinque tappe lungo la via medievale che ricalca itinerari più antichi che dalle coste mediterranee, dal caricatore di Heraclea/Terranova, – l’odierna Gela – costruito nel 1233 da Federico II di Svevia, portano verso il territorio calatino.
Viene denominata Via Francigena Fabaria grazie ad un diploma normanno del 1105 dove risulta che Achi, nobile siciliano, dona un terreno sito nel territorio tra Vizzini e l’odierna Grammichele, denominando il tratto di via come “francigena“: “..Hec terra est nominative de licodia, que sic manet a capite cave vadit in viam francigenam viam Fabariam…“.
Lungo la nostra via incontreremo la roccaforte di Qalat-al-gharùn, l’odierna Caltagirone citata in un diploma di Ruggero II del 1143, il sito di Occhiolà, l’insediamento medievale a controllo della via che stiamo percorrendo, distrutto e abbandonato dopo il terremoto del 1693 che portò alla fondazione di Grammichele e la splendida Militello in Val di Catania, sito patrimonio UNESCO per il Barocco degli edifici ricostruiti dopo il violento terremoto.
Lungo la nostra via incontreremo la roccaforte di Qalat-al-gharùn, l’odierna Caltagirone citata in un diploma di Ruggero II del 1143, il sito di Occhiolà, l’insediamento medievale a controllo della via che stiamo percorrendo, distrutto e abbandonato dopo il terremoto del 1693 che portò alla fondazione di Grammichele e la splendida Militello in Val di Catania, sito patrimonio UNESCO per il Barocco degli edifici ricostruiti dopo il violento terremoto.
La terza parte.
Cinque tappe che attraversano la Piana di Catania e che hanno come comune denominatore il corso del Simeto, linea di demarcazione e oasi naturale per un territorio ricco e fertile di essenze profumate e agrumi in fiore e i dongioni normanni, i castelli, che vennero edificati tra il 1070 e il 1073 a controllo e difesa dei possedimenti nella Piana.
Un fiume, la pietra basaltica, la Montagna unico e costante sfondo, gli agrumeti, la storia che scorre incessante da secoli.
Risaliremo il fiume all’interno della Riserva naturale orientata – Oasi del Simeto, costeggiando i dongioni e le motte normanne, possenti lasciti di un esercito di conquista che portò modi e costumi dell’occidente cristiano nella terra di Siqilliyya.
Da Motta Sant’Anastasia a Paternò e più su fino ad Adrano, per arrivare al Ponte dei Saraceni che ci trasporta nelle terre di Bronte e nella piana di Maniace, all’ombra del portale dell’Abbazia di Santa Maria di Maniace, edificata nel 1173 dalla regina Margherita, madre del re Guglielmo II, nei pressi del cenobio bizantino costruito l’indomani della vittoria di Giorgio Maniace sui Musulmani.
Là i percorsi si incrociano, il Simeto trova l’Alcantara, le pendici etnee si fondono e abbracciano le cime dei Nebrodi. Lì finisce il nostro cammino.
14 tappe, 300 km ca., la sorpresa negli occhi!
Programma:
LUGLIO
17 domenica. appuntamento ad Agrigento e cena di raduno.
Parte 1
18 lunedì. tappa 1. Agrigento- Palma di Montechiaro
19 martedì. tappa 2. Palma di Montechiaro-Licata
20 mercoledì. tappa 3. Licata-Falconara
21 giovedì. tappa 4. Falconara-Gela
Parte 2
22 venerdì. tappa 5. Gela-Niscemi
23 sabato. tappa 6. Niscemi-Caltagirone – attività pomeridiana a Castel di Iudica e rientro la sera a dormire.
24 domenica. tappa 7. Caltagirone/Grammichele
25 lunedì. tappa 8. Grammichele/ Militello in Val di Catania
26 martedì. tappa 9. Militello/Lentini
Parte 3
27 mercoledì. tappa 10. Lentini/Simeto
28 giovedì. tappa 11. Simeto/Paternò
29 venerdì. tappa 12. Paternò/Adrano
30 sabato. tappa 13. Adrano/Maniace
31 domenica. tappa 14. Maniace/Randazzo
NOTE IMPORTANTI
- Il cibo è a carico del singolo partecipante che sceglie cosa mangiare a colazione, a pranzo e a cena, se farlo insieme al gruppo o organizzarsi da solo, in una condivisione libera.
- L’alloggio è concordato e spesso si viene ospitati in palestre o simili, quindi dovete portare sacco pelo e materassino con se per questa prima esperienza.
- La spesa orientativa per l’alloggio pellegrino o in struttura convenzionata sarà max 25€.
- A questo aggiungere il costo di 3€ a tappa per la copertura assicurativa
- La nostra credenziale è pronta ad accogliere i passaggi dai vari luoghi che visiteremo. Per noi è atto importante, fondante di un cammino, sacro come ogni cosa che riguarda la sacralità di un viaggio. A noi è costata farla e stamparla. A voi chiediamo una donazione libera se vorrete usarla, richiedendola.
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