Dopo i racconti di ieri tra i vicoli di Monsfortius ci destiamo da sogni di antiche lotte tra saraceni e normanni, così muoviamo i primi passi a 36 ritmi, immaginando i suoni di campane e tamburi della Katabba. Vorremmo ritrovarci qui tra il 17 gennaio e il 5 febbraio per poter sentire anche noi quei ritmi antichi, tramandati da padre in figlio oralmente, di generazione in generazione, ognuno con significati proprio della storia che riportano alla memoria: dal trotto del cavallo del messaggero al galoppo dei cavalli dei normanni, dalla fuga degli invasori arabi alle grida di gioia del popolo…
E’ il nostro sherpa Antonio a guidarci, scruta ogni angolo della vallata, ne ha studiato l’orografia e la storia, ha esplorato in lungo e in largo ogni trazzera che avremmo potuto percorrere e a scelto per noi la più sorprendente!
Scesi a valle, immersi nel verde dei Peloritani e nei suoni della natura camminiamo costeggiando il torrente Monforte Bagheria, guadiamo più volte il suo corso là dove la vegetazione si è ripresa il sentiero fino a ritrovarci sotto Gimello dei Monaci ad improvvisare una ricognizione di Archeologia industriale… siamo curiosi abbastanza e una Polveriera costruita qui non ci convince molto, nella struttura riconosciamo tracce di un frantoio, un mulino e sembra proprio un grosso insediamento produttivo riadattato.
Superiamo San Cono ed entriamo a Rometta da Porta Milazzo, troviamo ad accoglierci Alberto, Piero e Giuseppe, dell’associazione Mari e Monti , saremo loro ospiti e ci guideranno e racconteranno di Ta erymata…Rymtá, tra i resti neolitici, dentro una cripta paleocristiana e su fino alla torre medievale.

Siamo incantati da tanta bellezza, turbati dallo stato di abbandono e alla posta del sol battiamo in ritirata perché un’altra festa ci attende, sempre e #solocosebelle15