Sono i canti dei Ramara a farci da sveglia e dare ritmo ai nostri passi verso Cesarò. Suoni e parole antichi, sguardi e parole gioviali.
Un susseguirsi di edicole votive, panorami sulle valli e scorci che si aprono su tratti intatti e maestosi di storia. Il ponte Failla maestoso domina gli argini del fiume e da centinaia di anni a chiunque consente il passo da una sponda all’altra.
Passi veloci lungo gli argini di fiumi e torrenti, stupiti da vegetazione rigogliosa e fauna autoctona sonnecchiante.
Ai piedi della Kasr affrontiamo una risalita che ci mette a dura prova. La pendenza ci piega, il sole ci brucia, l’arsura ci sfinisce. Un angolo d’ombra è oasi nel deserto, l’ingresso del paese con un rigagnolo d’acqua e il volto dell’amministrazione che ci viene incontro ad accoglierci è sensazione di casa.

Un amministrazione giovane e gli sguardi dei più piccoli cittadini i nostri primi incontri. Ci emoziona parlare con questi piccoli ometti curiosi, raccontar loro di cavalieri coraggiosi che solcavano le loro antiche trazzere.
Occhi luminosi pieni di sogni i loro, sembrano dirci “camminerò anche io presto…”, occhi lucidi per le emozioni ricevute i nostri… È l’ingresso più semplice e gradito che potevamo immaginare.